LACAN – NEVROSI OSSESSIVA

Jacques Lacan ha reinterpretato e riformulato le teorie di Freud, in particolare riguardo alle dinamiche del desiderio, del linguaggio e della struttura dell’inconscio. La sua lettura della nevrosi ossessiva si distingue per il modo in cui collega i meccanismi psicopatologici con il linguaggio e la relazione con l’Altro.

Lacan ha affrontato la nevrosi ossessiva soprattutto all’interno del suo concetto di “struttura simbolica” e del “grande Altro”, che rappresentano l’ordine del linguaggio, delle leggi sociali e culturali, e della norma.
Il nevrotico ossessivo, secondo Lacan, è colui che è intrappolato in una relazione complessa con il “soggetto desiderante” e con il “soggetto dell’inconscio”, come anche con le leggi e le parole che vengono “imposte” dalla società e dalla famiglia.

Il soggetto ossessivo non sa rischiare la propria vita per la lotta al riconoscimento; egli sceglie piuttosto di attendere, come sosteneva Hegel, “la morte del padrone “.
Anche l’attesa è una dimensione centrale nella clinica della nevrosi ossessiva, infatti, anziché assumere il proprio desiderio, l’ossessivo lo differisce infinitamente.

Per l’ossessivo attendere sta a rinviare il tempo dell’atto e della scelta dove il soggetto è obbligato a cedere una quota della sua integrità, del suo godimento; la scelta di non scegliere, restare sospesi nell’indecisione, nel dubbio è un modo per preservare l’essere della perdita di godimento che la scelta comporterebbe.
A differenza dell’isterica che è disposta a perdere il proprio essere per il desiderio, l’ossessivo è disposto a perdere il desiderio per essere.
In funzione e campo della parola e del linguaggio, Lacan, mette in luce che nella figura servile dell’ossessivo, la difesa della vita sia astutamente giocata in attesa della morte del padrone. Egli scrive:” il servo…può accettare di lavorare per il padrone rinunciando nel frattempo al godimento; e nell’incertezza del momento in cui giungerà la morte del padrone, egli attende. Questa è la ragione sia del dubbio che della procrastinazione dell’ossessivo”.
L’incontro con desiderio dell’Altro implica un’esposizione alla sua alterità contingente che l’ossessivo rifiuta radicalmente. Per questo il desiderio svanisce rapidamente quando egli si approssima al suo oggetto. La distruzione dell’oggetto ripara preventivamente il soggetto dall’incognita del desiderio dell’Altro e con l’angoscia che esso comporta. Tenere a distanza il desiderio dell’Altro è, infatti, un modo per risolvere la sua incognita, per provare a esercitare un controllo su di esso. Senza questa distanza il soggetto è destinato a sperimentare il desiderio come “impossibile” .
Quello dell’ossessivo, infatti, è un desiderio impossibile da sostenere soggettivamente.
La tesi cardine di Lacan è che nella nevrosi ossessiva l’esperienza del desiderio non è forclusa – come avviene nella psicosi, né è destinata all’insoddisfazione, come avviene nell’isteria, né tantomeno, appare subordinata a un godimento puro senza alcuna mancanza, come vorrebbe realizzare il desiderio perverso, ma è vissuta semplicemente come impossibile.
La vera finalità della strategia ossessiva è quella di domare la morte mortificandosi.
Lacan sostiene che la nevrosi esprime nelle sue manifestazioni, un’interrogazione a cui il soggetto risponde in modo “disfunzionale” con i sintomi.
Nell’isteria è centrale la questione sul sesso, la domanda che si fa l’isterica è: “sono uomo o sono donna? Ce cosa è una donna?”.
La domanda, invece, della ruminazione ossessiva per Lacan è: “sono vivo o sono morto?”
La vita dell’ossessivo viene vissuta come un evitamento sistematico e programmato dell’incontro con il desiderio dell’Altro e con il reale del godimento che mobilita e strategie difensive.
I rituali e i comportamenti compulsivi obbediscono alla finalità fondamentale di fare della vita un luogo di un ordine regolato, immodificabile, necessario.
Ritualizzazione, evitamento, programmazione, ripetizione compulsive, ruminazione dubbiosa, esercitazione del differimento continuo del tempo, della decisione e della scelta, sono tutte strategie che rimandano sia la decisione che la scelta. Sono i momenti in cui nessun Altro possa garantire al soggetto il valore dei propri atti. Il tentativo inconscio del soggetto ossessivo è di conservare le alternative.

Dott.ssa Mirella Manzi – Psicologa

Apri su Whatsapp
Hai bisogno di informazioni?
Scrivi in chat per informazioni